14/11/2025 - Ventotene: tra scuola, sport e storia

« Mens sana in corpore sano ». Allenare il corpo è importante tanto quanto allenare la mente; mischiare sport e cultura è fondamentale al Liceo Edouard Bérard. Per questo motivo, ogni anno vengono organizzate tre gite a sfondo sportivo in diverse località: a gennaio a Torgnon, a giugno a Cesenatico e, infine, a settembre a Ventotene.
In quest'ultima gita di sei giorni, più due di viaggio notturno in treno, si raggiunge una piccola isola del Lazio, non distante da Ischia, per imparare uno sport che altrimenti molti ragazzi valdostani non avrebbero la possibilità di provare. Grazie agli istruttori del Circolo Velico di Ventotene, si fanno lezioni teoriche e storiche, ma soprattutto lezioni pratiche: come armare la vela, fare i nodi giusti e come manovrare la barca in mare.

Ovviamente, non c'è solo lo sport: il 20 settembre cade Santa Candida, patrono di Ventotene, e durante il giorno si può assistere ai vari festeggiamenti: le gare di nuoto, il lancio delle mongolfiere, la processione e, per terminare la giornata, uno spettacolo di fuochi d'artificio in riva al mare.
Il paesaggio naturale è splendido, l’acqua cristallina e le scogliere a strapiombo sul mare, ma la sua bellezza non è l'unico vanto dell'isola: storicamente parlando, è presente un antico porto romano, ancora utilizzato dagli abitanti, oltre al Carcere di Santo Stefano, costruito sulla vicina isola omonima, ma chiuso nel 1965 dopo quasi 170 anni di attività.
Ciò per cui l'isola è però maggiormente conosciuta è la storia dell’Italia: tra il 1940 e il 1942, due intellettuali ed attivisti antifascisti - Altiero Spinelli e Ernesto Rossi -, entrambi confinati sull’isola di Ventotene dal regime fascista, scrissero il Manifesto di Ventotene, documento che gettò le basi di un’Europa unita.
Il testo, intitolato originariamente “Per un’Europa libera e unita”, propose la fondazione di una federazione Europea che avesse dei poteri reali in politica estera ed economica per tutelare la libertà, la pace e la giustizia sociale.
La tesi di Spinelli e Rossi si può riassumere in 5 punti fondamentali:
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Il superamento della sovranità nazionale: si propone di limitare il potere dei singoli stati a favore della federazione che prenderà le decisioni fondamentali;
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L’unione dell’Europa: intesa come la nascita di un’Europa federale, con gli stati al suo interno gestiti dai singoli governi nazionali;
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Apertura delle frontiere in Europa: la libera circolazione all’interno della federazione di idee, persone e merci;
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Nuova giustizia sociale: il tentativo di combattere lo stato capitalista al fine di minimizzare le disuguaglianze e per il benessere cittadino e per equilibrare l’economia;
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Pace e libertà: da questa unione doveva nascere una pace duratura per prevenire l’avvento di nuovi totalitarismi.
Il Manifesto è ancora oggetto di discussione oggi, infatti, il giorno successivo alle manifestazioni in favore della Striscia di Gaza del 18 marzo 2025, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha criticato apertamente il Manifesto di Ventotene con parole dure come: «Io spero che tutte queste persone non abbiano mai letto il manifesto di Ventotene perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa [...]. Io sono contenta, diciamo così, di citare alcuni passi salienti del manifesto di Ventotene [...]. La rivoluzione Europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista. [...] La proprietà privata deve essere abolita, limitata e corretta caso per caso», ha continuato la Presidente, citandone delle parti in modo sconclusionato, modificando le citazioni e decontestualizzandole.
Federico Romano, parlamentare del Partito Democratico, ha risposto dicendo: «Non è accettabile fare la caricatura di quegli uomini, lei, presidente Meloni, siede in questo Parlamento anche grazie a loro, questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qua grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi, la presidente del Consiglio, di fronte a questi uomini e queste donne, altro che dileggiarli. Vergogna! Vergogna! Vergogna!».
Il Manifesto è quindi un testo che fa ancora discutere: lo è dalla sua stesura - dato che nasce proprio dall’unione delle idee di Spinelli e Rossi, di Colorni e altri pensatori - e lo rimane tutt’oggi ritornando nella cronaca nazionale come oggetto di confronto e citazioni faziose.

- Santini Alessia e Gruosso Santiago (3As)
